venerdì 28 giugno 2013

Agatha Christie, Poirot e la strage degli innocenti


Titolo: Poirot e la strage degli innocenti
Autore: Agatha Christie
Editore: Mondadori
Pagine: 196
Data di uscita: 17/02/2003 (1a edizione 1969)
Listino: 8,50  
Genere: Giallo


Voto: ★★★★

Quarta di copertina: 
A Woodleigh Common i ragazzi stanno festeggiando Halloween quando viene fatta una scoperta agghiacciante: la tredicenne Joyce è stata assassinata. La giallista Ariadne Oliver, presente al party, si precipita dall'amico Poirot e lo convince a interessarsi del caso: Joyce, infatti, poco prima della morte, si era vantata di aver assistito a un omicidio, ma nessuno le aveva creduto. Possibile che invece la ragazza, conosciuta per essere una gran bugiarda, avesse detto la verità? E che il colpevole abbia deciso di chiuderle la bocca per sempre?

Recensione:
Dato il mio incontenibile desiderio di tuffarmi fra le gialle onde dei romanzi di Agatha Christie, dopo anni di inspiegabile abbandono, ho letto anche questa affascinante avventura di Hercule Poirot. Dieci piccoli indiani rimane al primo posto della mia classifica, ma devo dire che anche Poirot e la strage degli innocenti ha guadagnato la mia piena approvazione. 
A chiunque abbia visto la serie televisiva sul famoso detective dico solo una cosa: leggere i libri di Agatha Christie è tutta un'altra storia. La trama è avvincente e nonostante si cerchi di cogliere ogni particolare che possa rivelare chi è l'assassino, non si riesce mai a trovare quel filo che lega le vite di tutti i personaggi, né a proporre una soluzione convincente prima che venga rivelata dal protagonista. Insomma, l'effetto sorpresa è assicurato. 
Se amate i gialli, vi consiglio davvero di divorare almeno un romanzo di Agatha Christie, anche solo per scoprire che sapore ha...

sabato 22 giugno 2013

Andrea Camilleri, La rivoluzione della luna


Titolo: La rivoluzione della luna
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Pagine: 304
Data di uscita: 07/03/2013 
Listino: 14,00  
Genere: Letteratura italiana


Voto: ★★

Sinossi: 
Racconto veritiero di una storia solo in parte supposta, il romanzo cresce e concresce scortato dalla luna. Tutto era lecito allora, nel Seicento, a Palermo, fuorché ciò che era lecito. Dal ben sedere veniva il mal pensare. Vigeva una normale mostruosità di governo, ora fastosa ora miserrima. Lunghe erano le mani, corte le coscienze. Tra le pompe di un dovizioso apparato, con maggiordomi, paggi, maestri di casa e scacazzacarte, e in mezzo a uno strisciar di riverenze, di ludi e di motteggi, era tutto un rigirar di scale e porte: un far complotti, ordire attentati, muover coltelli e insaguinar le mani; violar le leggi, collezionar prebende, metter tangenti, dispensar favori e accudir parentele; abusare, predare e ladroneggiare, intorbidar le acque; industriarsi nel vizio, puttaneggiare e finger compassione e trepida carità per il sesso più giovane, e derelitto, mentre un'enfasi scenica e profanatoria provvedeva ai corrotti desideri con burlesques di tonache coi fessi aperti dietro e dinanzi. L'illegalità lavorava a pieno servizio. Era il predicato forte della politica del Sacro Regio Consiglio, e delle sue mosse proditorie, dapprima alle spalle di un Viceré che la malattia aveva reso tardo e lento, grave di carne tremolosa, dirupato e assopito sul suo carcassone; e poi contro la sua vedova, donna Eleonora di Mora, senza paragone diversa, lucidamente ferma e decisa nella difesa delle leggi e della giustizia sociale, da lui designata a sostituirlo in caso di morte improvvisa. Fu così che, nel 1677, la Sicilia ebbe un Viceré "anomalo". Un governatore donna.
Avvolta in una magnanima solitudine, confortata solo dal protomedico di corte con la sua casta corrispondenza di sentimenti pudichi, donna Eleonora era un bellissimo ritaglio di notte: neri aveva i capelli; nerissimi gli occhi, dai quali partivano bagliori neri, quasi lampi che balenando andavano. Dimostrava una freddezza, come di luna. E con il femminile pianeta condivise la durata della sua giusta "rivoluzione". La luna compie in quasi ventotto giorni il giro dello Zodiaco. E meno di un mese fu concesso alla Viceré per riparare alle indegnità di un governo, risollevare la condizione mortificata delle donne, calmierare il prezzo del pane, provvedere all'assistenza di chi partiva, riconoscere benefici alle famiglie numerose, riformare le maestranze. Ci volle una donna, per tanta normalità di governo. Contro di lei a nulla valsero le baroccherie di repertorio: l'accusa di complicità con il demonio, i procurati rigurgiti di un melodrammatico inferno di fantasmi in camicia da notte, le orde salmodianti dei fanatici aizzati dal vescovo.
Tra realtà storica e felice invenzione, il romanzo di Camilleri è ad alto tasso di allegrezza e di severo umorismo civile. Ed è anche un omaggio alla regalità della donna.
Salvatore Silvano Nigro

Recensione:
Nel 1677, per un periodo pari alla durata del ciclo lunare, la Sicilia fu governata da una donna. Camilleri, come di consueto, trae sputo da vicende e fatti storici realmente accaduti, sui quali costruisce romanzi che sono solo in parte frutto della sua immaginazione. Nelle cronologie dei Viceré spagnoli in Sicilia, sono riscontrabili soltanto alcuni accenni ai ventotto giorni di governo di Eleonora di Mora, primo e unico caso di Viceré donna nella storia della Sicilia di quei tempi. 
Si tratta di un periodo difficile per l'isola, afflitta dai soprusi perpetrati dai potenti; per tale motivo, quella di Eleonora fu una vera e propria rivoluzione. Donna dotata di un'acuta intelligenza e di un'incredibile onestà, riuscì non solo ad introdurre una serie di riforme a sostegno dei poveri e delle donne, ma anche a punire i membri di quel Sacro Regio Consiglio che per anni erano stati responsabili di angherie e malefatte. Dopo l'iniziale diffidenza nei suoi confronti, donna Eleonora riuscì a farsi amare così tanto dal popolo siciliano che, al momento della sua partenza per il ritorno in Spagna, fu acclamata da una folla grata e commossa.
Un bellissimo romanzo, in cui Camilleri con il suo stile unico e la sua peculiare ironia, porta all'attenzione di tutti una figura storica importante ma offuscata da quei processi, a volte misteriosi, i quali relegano nell'oblio personaggi che forse sarebbe meglio non dimenticare. L'autore siciliano offre un elegante omaggio alla regalità e all'accortezza di una figura femminile estremamente attuale, il cui esempio dovrebbe essere seguito ancora oggi.
                                                                    

domenica 16 giugno 2013

Agatha Christie, Dieci piccoli indiani


Titolo: Dieci piccoli indiani
Autore: Agatha Christie
Editore: Mondadori
Pagine: 180
Data di uscita: 16/04/2013 (1a edizione 1946)
Listino: 12,00  
Genere: Giallo


Voto: ★★★★

Sinossi: 
Dieci estranei vengono invitati a trascorrere alcuni giorni in una meravigliosa villa a Nigger Island, ma nessuno conosce la vera identità del generoso ospite. Una volta giunti sull'isola, la cui forma somiglia a quella di una testa, non troveranno il padrone di casa ad accoglierli, ma un'inquietante filastrocca appesa sul camino di ciascuna camera e una voce registrata che li accusa di essere degli assassini. I dieci personaggi rimangono intrappolati in un interminabile incubo, in cui saranno essi stessi vittime di un assassino invisibile. 

Recensione:
Non c'è molto da dire su di un libro come questo; il nome dell'autrice parla da solo. Agatha Christie scrive Dieci piccoli indiani nel 1939, superando davvero se stessa. Un capolavoro unico nel suo genere, in cui sembra impossibile riuscire a scoprire chi sia l'assassino; ben presto, le mura della meravigliosa villa di Nigger Island iniziano ad impregnarsi di ostilità e diffidenza, causate dal sospetto che il killer si celi fra uno degli ospiti. Si susseguono piani e congetture per sfuggire al massacro, ma sembra non esserci scampo. La filastrocca per bambini incorniciata e appesa in ogni camera scandisce il ritmo del tempo all'interno della villa, trasformandosi in una terrificante profezia. 
Dieci piccoli indiani è uno dei gialli più belli che io abbia mai letto; ogni ingrediente è dosato con straordinaria maestria e viene perfettamente miscelato a tutti gli altri. Il ritmo si fa sempre più incalzante e spasmodico e soltanto un inaspettato finale svelerà chi si cela dietro la serie di omicidi perpetrati nella villa. Un Giallo con la G maiuscola, che non vi lascerà tregua finché non ne conoscerete l'epilogo.

mercoledì 5 giugno 2013

Laurence Cossé, La libreria del buon romanzo


Titolo: La libreria del buon romanzo
Autore: Laurence Cossé
Editore: E/O
Pagine: 442
Data di uscita: 12/10/2011
Listino11,00  
Genere: Letteratura internazionale


Voto: ★★★1/2

Quarta di copertina: 
Due appassionati lettori aprono la libreria dei loro sogni a Parigi. L'inatteso successo di questo "tempio" del buon romanzo scatena invidie e misteriose aggressioni.
Un misantropo appassionato di Stendhal, nascosto in un villaggio della Savoia, viene misteriosamente rapito e abbandonato in una foresta. Una bella signora bionda, esperta guidatrice, perde il controllo dell'auto e finisce fuori strada. Intanto in Bretagna un uomo che ogni giorno faceva la sua passeggiata in riva al mare incontra due sconosciuti che lo terrorizzano. Ma il lettore capisce presto che questo non è il classico romanzo poliziesco.
Gli aggressori non sono né agenti segreti né trafficanti. Non aggrediscono dei duri ma delle persone miti. Ce l'hanno in particolare con un libraio ribelle, con una malinconica ereditiera e con la libreria che i due hanno creato senza mai pensare che potesse suscitare tanto odio. Chi, tra gli appassionati della letteratura, non ha mai sognato di aprire una libreria ideale dove si vendessero solo i libri più amati? Lanciandosi nell'avventura, Francesca e Ivan, i due librai, sapevano che non sarebbe stato facile. Come scegliere i libri? Come far quadrare i conti? Ma ciò che non avevano previsto era il successo. Un successo che scatena però una sorprendente sfilza di invidie e aggressioni.

Recensione:
Potevo io resistere alla tentazione di comprare un libro in cui si parla di libri, di passione incontrollata per la lettura e di una libreria che qualunque lettore incallito sognerebbe di avere sotto casa? Naturalmente no. A dire la verità, la sinossi in quarta di copertina non mi aveva del tutto convinta, ma ho continuato a pensare a La libreria del buon romanzo per settimane...alla fine ho dovuto comprarlo. 
Ammetto che la mia prima impressione non si è rivelata completamente errata; l'idea di fondo è molto originale, ma è come se nel corso della storia venisse "contaminata" da una sorta di corsa verso una complessità che a volte si tramuta in confusione. Le prime pagine fanno pensare che si stia leggendo un giallo un po' fuori dalle righe, ma andando avanti questa componente sembra quasi perdere la sua centralità. Ad un certo punto, si aggiunge la storia d'amore alquanto stucchevole fra Ivan e Anis, che fa da contorno a tutta la vicenda, ma  che a volte appare un po' prolissa. Tirando le somme, direi che la trama perde gradualmente la sua efficacia iniziale.
Tuttavia, ciascuna pagina è impregnata di un profondo e sincero amore per la lettura, che ho condiviso con i personaggi fino all'ultima riga. L'autrice lancia una chiara provocazione sul funzionamento del mondo editoriale odierno, un mondo che spesso predilige la quantità a scapito della qualità. Indubbiamente, Laurence Cossé induce il lettore ad una serie di significative riflessioni: è davvero possibile stabilire quali libri meritino di essere letti e quali no? È possibile mettere a punto un sistema che consenta di fare una selezione fra buoni romanzi e cattivi romanzi? Secondo la mia opinione, esistono romanzi dotati di un indiscutibile valore intrinseco, che piacciono o non piacciono semplicemente nella misura in cui se ne comprende l'essenza o nella misura in cui il nostro animo riesce a sintonizzarsi con ciò che racconta l'autore. Qualsiasi libro, per essere pienamente apprezzato, deve essere letto al momento giusto. Ogni lettore deve compiere un proprio percorso, e non è detto che questo cammino non passi  anche attraverso libri di scarsa qualità, per poi magari approdare ai grandi romanzi, a quei libri così intensi da lasciarti dentro un mondo. Dopotutto, meglio leggere un libro scadente piuttosto che non leggere affatto.